WEBINAR AIHC: Le radici Umanistiche dell’Health Coaching: implicazioni pratiche

WEBINAR AIHC: Le radici Umanistiche dell’Health Coaching: implicazioni pratiche
Relatore: Stefano Luca Patania

Giovedi’ 27 aprile 2022, si terrà il Webinar online di formazione interna dell’Associazione Italiana Health Coaching (AIHC), evento a livello nazionale con tema: Le radici Umanistiche dell’Health Coaching: implicazioni pratiche. Questo evento è in continuità con la recente comunicazione effettuata a latere dei Tavoli Tematici e delle Relazioni sui Trend tenutisi a Roma, nel corso dell’Assemblea Nazionale dei Soci AIHC.  Si tratta di un altro passo avanti nello sviluppo sempre più netto dell’identità dell’Health Coach e dell’Operatore di Benessere.

A Roma, nel corso del convegno della Associazione Italiana di Health Coaching, Stefano Luca Patania, componente il Comitato Scientifico di AIHC, ha presentato gli sviluppi della linea di ricerca filologica partita nel 2022, che ha messo in connessione il pensiero filosofico-sociale di Erich Fromm con il fondamento etico ed anche pratico dell’Health Coaching. La recentissima pubblicazione sulla rivista di neuroscienze NEU di Aprile 2023 dell’intera ricerca sulle basi umanistiche dell’Health Coaching ha oramai guadagnato un accreditamento ufficiale.  Non solo i referee hanno approvato la ricerca, ma i redattori l’hanno anche pubblicata all’interno della sezione di aggiornamento scientifico dei soci ANIN (Associazione Nazionale Infermieri di Neuroscienze). Il fatto che tale apprezzamento venga da una branca dedicata specificatamente alla mente, costituisce un ulteriore valore per questa importante acquisizione a favore dell’Health Coaching.

Proprio a Stefano Luca Patania chiediamo: Che significato può avere oggi per AIHC questa ricerca?

“Durante il nostro convegno romano, nei i dibattiti dei Tavoli Tematici sui Trend, sono emersi tre elementi chiave in questo senso:

  • la scesa in campo dell’Health Coaching,
  • la sua autodeterminazione,
  • il suo possibile ruolo sociale e/o socio-sanitario.

Anzitutto l’intervento di Rosario Gagliardi, altro membro del Comitato Scientifico AIHC, ha sollecitato tutti noi a scendere in campo sanitario in modo più deciso. Superare la nostra naturale modestia e prudenza, prendendoci la responsabilità di proporci in modo più forte e chiaro come professionisti del Benessere. Questo per dare supporto professionale e qualificato ad una assistenza sanitaria in difficoltà. La nostra ricerca sull’identità dell’Health Coaching offre chiarezza, delimita e accredita fortemente l’identità dell’Health Coach e dell’operatore del Benesser.

In altri tavoli ispirati dagli interventi di Sabrina Rossi e Fabrizio Contardi, è emersa la riflessione sulla natura dell’Health Coaching. Il fatto di avere oggi ben definita questa natura, aver delineato il suo profilo, aver ancor più dato un perché alle tecniche, all’approccio umanistico di una associazione così trasversale, permette di rendere più allineata e compatta l’intenzione. E’ qui che emerge la forza necessaria per una presa di coscienza talmente forte da diventare lucida autodeterminazione.

Il terzo punto si riferisce al tipo di impegno dell’Health Coaching in ambito sociale. Qua l’approccio etico va ben oltre la semplice garanzia di rispetto e sicurezza per il cliente. Diventa invece azione etica umanistica specifica, che attraverso le varie tecniche degli associati, interpreta in modo impattante il proprio ruolo in difesa dell’individuo. AIHC in questo ha la sua Mission più forte: dare metodo e sostanza ad ogni interazione dei propri professionisti associati con i propri clienti. E’ la nuova nascente intenzione che diventa azione specifica di supporto al paziente, al caregiver, all’azienda.

La ricerca che è stata pubblicata sostiene tutti e tre questi punti chiave.”

Al di là del tema generale dell’identità, esistono dei filoni specifici di applicazione di queste nuove evidenze?

“L’approccio di una etica umanistica oggettiva in azione fornisce risposte in diversi ambiti. I tre principali filoni di interesse applicativo sono:

  • i problemi di Benessere del caregiver nei confronti del distress morale;
  • la questione sempre più dolente dell’equilibrio Performance-Benessere
  • l’integrazione dell’operatore sanitario con l’algoritmo e l’Intelligenza Artificiale.

Come vedete, le questioni in essere sono molto pressanti e pratiche. Avere delle basi chiare nell’identità dell’Operatore di Benessere, porta una serie di conseguenze possibili, che prima non erano agibili.

Se sai chi sei, sai cosa fare, se non sai chi sei, sei in balìa dell’incertezza ed ogni situazione critica e sfidante ti mette sempre più in difficoltà. In un  periodo storico nel quale la trasformazione è l’unica risorsa che consentirà ai singoli ed alle comunità di adattarsi, il coaching è al centro di una sfida epocale contro il pregiudizio e contro il tempo. Occorre essere ben centrati su noi stessi e nell’osservare il nostro cliente/coachee dobbiamo poter vedere chiaramente il rapporto tra il suo essere, le sue aspettative e soprattutto le pressioni sociali alle quali è sottoposto.  Nel tentare di generare Benessere l’Health coach cerca di aiutare il proprio coachee non solo a superare le proprie convinzioni limitanti, ma anche a difendersi dalle ambiguità e le false aspettative.

Quanto più l’Operatore del Benessere saprà chi è, tanto più il suo supporto determinerà la sua efficacia nella rapidità della trasformazione. Sapere quali sono le qualità dell’essere pone un nuovo modo di implementare la trasformazione. Faccio un esempio: abbiamo pubblicato un articolo su Medmagazine proponendo un modello di metodologia medica che può affiancare l’intelligenza artificiale. L’umanesimo digitale è già una realtà contemporanea. Solo pochi mesi fa nel 2022 è uscito una open access pubblication a suggello dell’omonimo movimento culturale europeo nato a Vienna. Si è aperta una fase nuova di ricerca che ci ha portato a entrare in contatto con un movimento nascente di neo-umanesimo internazionale. Per dirla in linea con un vecchio motto un po’ suggestivo: non siamo soli. Questo avvalora ancora di più la nostra attività di ricerca. Tanto più che la nostra ricerca filologica sull’evoluzione della professione del Coaching è stata confermata anche da altri autori che abbiamo riportato in bibliografia. Lo scoprire poi che le nostre linee di ricerca e le nostre ipotesi sono in linea sugli attuali sviluppi del pensiero scientifico portato da ateneti quali il Politecnico di Milano o dall’Italian Istitute of the Future, confermano che AIHC si sta facendo notare nel panorama dell’Open Innovation italiana ed internazionale.”

Vista la crescente attenzione al mondo sanitario, può specificare meglio le applicazioni possibili di questo umanesimo all’Health Coaching?

“Le applicazioni principali di una cultura umanistica dell’etica, ed in particolare nel conflitto di valori, riguarda principalmente il distress morale. Come ben descriveva Erich Fromm, nelle condizioni di difficoltà che preludono alla malattia, il conflitto morale è figlio della solitudine morale. Oggi sia il paziente, sia il caregiver, per motivi diversi, si trovano spesso nelle condizioni di affrontare dilemmi morali che li bloccano in uno stato di frustrazione, che incide sul loro Benessere. L’Health Coaching di ispirazione umanistica può intervenire efficacemente in questi casi, ad esempio aiutando il proprio cliente a fare una analisi puntuale dei valori in gioco e delle regole morali collegate. Conoscendo le dinamiche sociali nelle quali paziente o caregiver si trovano, l’Operatore del Benessere o l’Health Coach possono interagire efficacemente con il loro partner evitando di essere vittime inconsapevoli delle ambiguità morali contingenti.

Anche qui voglio fare un esempio concreto di una applicazione specifica di un approccio di etica umanistica oggettiva.

Uno degli schemi più efficaci per proteggere un caregiver dal distress morale, o il burn out, è il sistema delle 4A: Ask, Affirm, Assess, Act. E’ uno schema che offre un modello di interazione del sanitario con il suo sistema di riferimento. Pertanto può essere oggetto di una sessione di coaching.

Il punto principale dove fare la differenza in questo è senz’altro il primo: ASK=DOMANDARE. Riguarda la capacità di comprendere lo stato di incipiente difficoltà del caregiver, che prende coscienza della propria condizione e del proprio dilemma morale. Qui solo un Health Coach con una chiara idea delle dinamiche valoriali, etiche e di interazione sociale può comprendere al meglio le risposte del cliente e aiutarlo con ulteriori domande ad esplorare in profondità la propria questione morale. Grazie a questa precisione, il passaggio successivo, quello di AFFIRM=AFFERMARE la propria condizione e la propria volontà di agire nel prendersi cura di sé. Anche la valutazione del disagio sarà più semplice (ASSESS) ed il piano d’azione finale risulterà più efficace (ACT). Una impostazione di coaching classico non possiede questa profondità e le titubanze incontrate in passato dagli Health Coach od Operatori del Benessere erano legate proprio a questa carenza. Torno a quello che ho sottolineato all’inizio del nostro dialogo: saper essere porta a saper fare. Aver trovato le radici dell’identità dell’Health Coaching permette di affrontare in modo più risoluto e sistemico le difficoltà più spinose incontrate all’interno del mondo del Benessere. Grazie a questa impostazione, l’Health Coach può veramente scendere in campo con determinazione  in ambito sanitario.”

L’altro tema riguarda Performance e Benessere. Quali novità porta l’approccio etico umanistico all’approccio di un Health Coach od un Operatore del Benessere?

Il dualismo tra Performance e Benessere è stato spesso gestito in modo compensatorio e polarizzante. Quando la bilancia pendeva troppo da una parte, si cercava di inserire degli elementi opposti a fare da contrappeso. Pensate all’uso del Welfare nelle aziende per promuovere Benessere Organizzativo: il più delle volte è totalmente svincolato dalle dinamiche della Performance e viene offerto ai dipendenti quasi in modo riparatore o al più negoziale. I due mondi di Perfomance e Benessere rimangono separati.

Un altro esempio è la gestione dei talenti. Si effettuano selezioni di talenti o promettenti manager o professionisti, al fine di facilitarne lo sviluppo in carriera. E tutti gli altri? Anche in questo caso, l’azienda si muove in modo divisivo e per silos. Questo genera frustrazioni, conflitti e binari morti che incidono negativamente sul clima aziendale.

Il modello proposto dall’etica umanistica contempla la spinta naturale (per questo definita oggettiva) dell’uomo verso la propria autorealizzazione. I più convinti umanisti giungono a dire che questa è una spinta naturale verso la felicità. Se è così, allora il sistema a silos non può che generare sofferenza e mettere a rischio la salute dell’individuo. Cosa che si è per l’appunto verificata progressivamente negli ultimi 50 anni, al punto di generare uno spostamento adattivo sia dell’approccio psicologico, che di quello di coaching.

Oggi un Health Coach deve saper stare in equilibrio tra la spinta del proprio cliente verso l’autorealizzazione e quella data dalla sua necessità di relazionarsi con gli altri. Ambedue sono importanti per l’individuo, e nel loro equilibrio sta il segreto della crescita personale, della propria maturità professionale e del proprio Benessere psico-fisico. Esistono vari strumenti sviluppati all’interno di questo schema di pensiero, uno dei tanti è il quadrato di sviluppo di Von Thun, basato proprio sul bilanciamento dei dilemmi etico-valoriali, con lo scopo di evitare gli eccessi di una sovra compensazione inutile e oltremodo dannosa. Oggi, specialmente la nuova generazione Z, non è più disponibile a mercanteggiare il proprio Benessere in cambio di una posizione sociale accettabile. Sia le aziende, sia i manager, ispirati dal supporto degli Health Coach, devono poter prendere in considerazione un modello nuovo di fare azienda, dove ogni membro dell’organizzazione viene stimolato ed aiutato ad esprimere la propria Arte di Vivere ed il proprio Talento, a qualsiasi età aziendale od anagrafica. Esattamente in linea con quella che è la tendenza naturale dell’uomo, lo spostamento positivo del carattere: la produttività.”

Il webinar si terrà Giovedì 27 Aprile alle ore 18:15 su piattaforma Zoom.

Per i non soci interessati, potete mandare un’email di richiesta ad info@aihc.it

Nicoletta Viali – Ufficio Stampa AIHC