Comitato Scientifico AIHC: il nostro fiore all’occhiello

Tanta esperienza e tantissima passione sono le spinte principali dei componenti il Comitato Scientifico AIHC che è sicuramente un punto di riferimento per tutta l’Associazione.

La ‘Salute’ e l’Allenamento ad essa sono i pilastri su cui si basa la nostra Associazione che non a caso, inserisce queste basi nel proprio nome identificativo con i termini Health e Coaching. Il concetto di salute, comunemente intesa come ‘condizione di benessere psico-fisico dovuta ad uno stato di perfetta funzionalità dell’organismo’ e quindi assenza di malattia, è ormai superato da tempo in quanto non prende minimamente in considerazione la parte mentale e quella spirituale dell’Essere umano che, per essere realmente in salute, deve vivere in armonia con se stesso e con gli altri.

Nella visione di AIHC, l’Health Coaching rappresenta una pratica socialmente utile che, accogliendo vari approcci disciplinari coniugati secondo la metodologia del Coaching, ha un impatto positivo e diretto sul benessere degli individui, delle persone che operano all’interno delle organizzazioni, dei pazienti e dei professionisti che, a vario titolo, prestano servizio nei contesti socio-sanitari.

In un mondo scientifico che, grazie alle nuove scoperte della fisica quantistica e delle neuroscienze, muta molto velocemente, è sempre più importante che chi si occupa di ‘salute’ possa avvalersi di informazioni serie e puntuali che facilitino il loro operato quotidiano.

Proprio in questa prospettiva, e previsto in forma facoltativa dallo Statuto dell’Associazione, il Comitato Scientifico AIHC, formato da Rosario Gagliardi, Sergio Audasso e Stefano Luca Patania, è un organo Tecnico-Consultivo che supporta il Consiglio Direttivo sulle seguenti materie:

  • Valutazione dei progetti che abbiano una ricaduta positiva sui pazienti;
  • Redazione e pubblicazione di editoriali e articoli a marchio AIHC;
  • Individuazione di fabbisogni delle Associazioni Pazienti e degli organi associativi medici ed infermieristici (collegi, società scientifiche, sindacati, altri);
  • Organizzazione e divulgazione di iniziative di promozione della salute.

Fin dalla sua nascita, il Comitato Scientifico AIHC, è coordinato da Rosario Gagliardi, laureato in Scienze Biologiche e che, grazie alla sua passione per le neuroscienze, per la comunicazione e per l’empowerment, ha approfondito gli studi dei processi relazionali, cognitivi e comportamentali.

Ad oggi è docente di Management Socio-Sanitario presso l’Università Sapienza di Roma Dipartimento Studi Sociali ed Economici – MIAS, Direttore dell’Osservatorio Malattie Reumatologiche dell’Associazione Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMARR).

Autore di numerosi articoli su riviste specializzate e di progetti di formazione per l’Educazione Continua in Medicina – programma ECM – AGENAS, nell’area della relazione medico paziente, dei Percorsi di Cura e del Management Socio-Sanitario. Founder e General Manager di Formedica Scientific Learning.

Con l’intento di conoscerne meglio la realtà in essere, chiediamo a Rosario Gagliardi come sia stato impostato e come continui il lavoro del Comitato Scientifico AIHC:

 “La nascita del Comitato Scientifico di AIHC trova le sue ragioni nella necessità di raccogliere dati e dimostrazioni tangibili in merito alle attività di Health Coaching. In altre parole, abbiamo sentito il bisogno ed il dovere di rendere evidenti le relazioni che intercorrono tra le pratiche di Health Coaching e lo sviluppo dei potenziali umani, della consapevolezza delle proprie capacità e della crescita delle persone”.

Tra i vari progetti in essere, quale può essere ritenuto di primaria importanza per avvalorare il ruolo assolutamente indispensabile dell’Health Coach a fianco di un malato magari affetto da una patologia cronica ed invalidante?

Sono già numerose le dimostrazioni che correlano le pratiche di Coaching con il miglioramento dello stato di benessere delle persone, soprattutto nella capacità di affrontare e gestire il cambiamento ed acquisire un nuovo mindset. In relazione a questo, uno dei progetti che stiamo per riavviare si propone di dimostrare la relazione tra le pratiche di Health Coaching ed il miglioramento dello stato di salute psicofisica nelle persone affette da patologie croniche. Esistono già evidenze scientifiche che dimostrano come le parole positive, gli atteggiamenti del “prendersi cura dell’altro”, all’interno di un rapporto di fiducia, possano amplificare gli effetti terapeutici dei trattamenti farmacologici. Il nostro disegno progettuale vuole dimostrare, attraverso uno studio controllato, con gruppi di confronto, condotto da un team multidisciplinare composto da medici, psicologi ed health coach, che l’adozione di tecniche di Health Coaching produce miglioramenti statisticamente significativi sia di tipo cognitivo che comportamentale. In questo modo avremo una migliore aderenza alla terapia, una maggiore consapevolezza della malattia e una conseguente capacità di gestire in alleanza con il medico la propria patologia”.

Lei è persona di grande esperienza anche grazie al lungo lavoro effettuato per la Formedica Scientific Learning, azienda da lei fondata che si dedica alla creazione di progetti formativi per lo sviluppo delle persone e delle organizzazioni per molte realtà tra cui l’ambito sanitario, chiediamo: quale è il valore aggiunto che un buon Health Coach può creare nell’umanizzazione della medicina, come, ad esempio, nel miglioramento del rapporto medico-paziente?

Sono molteplici i miglioramenti che scaturiscono dall’attività di Health Coaching, in particolare segnalo la possibilità di amplificare l’ascolto, rendere efficace la comunicazione, aiutare sia il medico che il paziente a sviluppare una relazione di valore funzionale al miglioramento del percorso di cura. Si pensi alla diversa percezione della malattia tra medico e paziente. Per il medico la malattia è l’alterazione di equilibri chimici e metabolici, il cambiamento nel funzionamento di organi e apparati, la minore o maggiore produzione di ormoni o neurotrasmettitori. Per il paziente la malattia è la rottura della trama esistenziale, a volte la perdita di amicizie e di affetti, il disagio di sentirsi diversi ed inadeguati, il disagio del dolore e la paura della morte. Accorciare le distanze tra queste due prospettive può rappresentare un primario strumento di cura”.

Altro componente del Comitato Scientifico AIHC è Sergio Audasso – Formatore, Health e Life Coach. Ricercatore scientifico. Criminologo/vittimologo. Appassionato e ricercatore di spiritualità. È esperto delle basi neurali dei processi decisionali. Si occupa di “effetto Nocebo” nonché del potere della parola e dei pensieri sulle emozioni, sugli organi e sugli apparati. Ha elaborato una tecnica breve di cancellazione dei pensieri sabotanti e di Coach Risolutivo dal nome F.I.T. Method (Fast Insight Treatment) – Certificata a norma internazionale. Partecipa a gruppi di ricerca scientifica sulle neuroscienze comportamentali e sociali.  È docente per la formazione continua in medicina (ECM) per il personale sanitario.

Quale è un aspetto significativo dell’attività di Health Coaching?

Come si sa, il concetto di salute riveste, ora, una più ampia connotazione. E per fortuna direi. Raggiungere uno stato di completo ben-essere fisico, psichico, sociale ed emotivo (come definito dall’OMS) richiede consapevolezza e centratura interiori. Ripristinare uno stato ottimale di salute, in questa logica, diviene qualcosa da manifestare. Il percorso si trasforma in un processo atto al far riaffiorare quelle capacità di determinazione e responsabilità nel divenire protagonisti del proprio stato di ben-essere. L’Health Coach stimola e permette la riformulazione del dialogo interiore nel coachee (cliente) allenandolo a una maggiore connessione con dei talenti inaspettati i quali coinvolgono ogni dimensione dell’essere umano. Mente, corpo, anima, spirito, si incontrano armoniosamente. Proprio per questa sua flessibilità l’attività di Health Coaching, pur essendo multidisciplinare, ha un obiettivo specifico: quello di rendere più consapevole il coachee della sua forza interiore. Tale attività può essere declinata per i singoli o le organizzazioni.  Può essere utilizzata sia in ambito sanitario, sia aziendale, che privato. Il comitato scientifico vaglia, supervisiona e propone progetti che rientrino in questa modalità operativa”.

Bene, poiché il Coach lavora parlando al suo interlocutore e le sue parole sono molto importanti, vorrei chiederle se esistono parole che danno un valore aggiunto ad un intervento di Health Coaching:

Uno degli aspetti più importanti del lavoro su di sé coadiuvato da un Health coach si basa sull’assunto che: ‘la vita è uno stato mentale’.  Da questo noi coach sappiamo quanto ogni emozione sia la conseguenza di un pensiero conscio o inconscio già presente. Lo strumento di lavoro impiegato, per far raggiungere la consapevolezza nel coachee delle sue emozioni e dei suoi modelli di pensiero, sono le domande. Queste devono essere calibrate con l’utilizzo accurato di parole specifiche che risuonano nel coachee. Esempio: Domande che iniziano con ‘come’, oppure con ‘che cosa’, si riferiscono alle azioni comportamentali. Domande che iniziano con ‘perché’, si riferiscono alle motivazioni sia potenziali che limitanti.
Domande che iniziano con ‘dove’ e ‘quando’, si riferiscono a fattori spazio temporali concreti ed aiutano le decisioni.
Domande che iniziano con ‘chi’, si riferiscono a qualcuno in particolare e sull’aspetto dell’identità sia manifesta che proiettata.
Una parola magica molto forte, che regalo ai lettori, è: ‘nonostante’. Questa, come altre, hanno una valenza positiva in ogni circostanza nella quale ci si senta sopraffatti dalla situazione. In più il linguaggio utilizzato deve essere comprensibile e facile per il coachee. Se incontro un muratore o un geometra utilizzo termini come, fondamenta, struttura, muro, aprire una finestra. L’uso appropriato delle parole è importante anche quando parliamo con noi stessi. Molto spesso esprimiamo giudizi e sentenze su di noi non sempre positivi.  Per fare un esempio: “Quel cane abbaia” e “Quel tenore è un cane” sono due utilizzi diversi dello stesso termine. Il primo è “denotativo”, il secondo “connotativo”. Cogliere gli aspetti connotativi nel coachee è l’arte applicata nella prassi di un Health coach, il quale, grazie a ciò, può riformulagli, attraverso le domande, il modello di realtà. Le parole sono, quindi, lo strumento di lavoro più importante
”.

Altro componente del Comitato Scientifico AIHC è Stefano Luca Patania – Abilitato in analisi transazionale (101) nel maggio 1996. Dal 1996 al 2002 sei anni di formazione e psicoterapia di gruppo in AT e Gestalt, acquisendo esperienza sull’intelligenza emotiva e sulla resilienza. Clinical monitor nelle sperimentazioni cliniche secondo il modello delle good clinical practices. Dal 2002 al 2008 come Area manager applica la group-creativity in scenari di crescente complessità. Dal 2009 al 2021 Dirigente di rete, dove applica la profilazione e l’empowerment dei team tramite il coaching. Mediante un innovativo project leading e pensiero sistemico produce un impegno volto al miglioramento di nuovi modelli di autoefficacia e promozione del benessere personale e della gestione del sistema di cure. Dopo una formazione professionale in coaching e PNL, negli ultimi anni applica le tecniche del coaching professionale implementando la group-creativity ed il co-design e introducendo l’ingegneria gestionale in chiave strategica. Dal febbraio 2021 riveste il ruolo di Business Coaching Director allo scopo di facilitare l’internal change management, grazie alla Vision & Values delle certificazioni conseguite. Svolge attività di volontariato attivo sia in ICF Toscana che in AIHC, dove riveste il ruolo di referente regionale Toscana e membro del Comitato Scientifico. Sviluppa il tema dell’intensità nel piano d’azione, promuovendone l’efficacia nella sindrome “last mile”. Propugna idee innovative mediante l’azione culturale di collaborazione con associazioni ed atenei di ambito tecnico, con il fine di divulgare le tecniche della salute e del benessere. Facilitatore di Brain gym Italia, integra queste tecniche in un approccio di coaching ontologico-trasformazionale basato sui valori e sul rispetto dell’allineamento secondo Dolan e Barrett. Nel settembre 2021 ottiene il diploma in coaching evolutivo aziendale. Nel Dicembre 2021 completa il percorso di Certificazione di Coaching in PNL.

Vista la sua importante formazione e la sua grande esperienza, in una breve intervista chiediamo a Stefano Patania, quali sono i punti cardine del suo considerevole apporto al Comitato Scientifico AIHC e gentilmente risponde:

Sono stato inserito nel Comitato Scientifico grazie alla volontà di AIHC di potenziare il lavoro metodologico sul Coaching. Rosario e Sergio stanno fornendo grande spessore qualitativo alla proposta di AIHC. Il mio intento è quello di allargare ancora di più il respiro delle applicazioni dell’Health Coaching nel Sistema Salute. Mi ritengo un umanista scientifico.

Tutta la mia formazione dedicata allo sviluppo delle persone e delle organizzazioni si è sempre basata sul potenziale umano. Per fare questo la mia formazione di Coach è frutto di una ricerca attenta e selezionata di tecniche che potessero essere armonizzate tra loro. Ho ibridato scuole di pensiero differenti per avere la massima capacità di seguire le esigenze del coachee. Anche se questo può voler dire strumenti ed impostazioni apparentemente divergenti. Questo mi permette una maggiore creatività e più opzioni disponibili.

Aggiungo a questo la mia esperienza nella comunicazione scientifica, sia nella gestione della ricerca clinica, unite alla conoscenza delle dinamiche manageriali vissute in prima persona. E porto un sano pragmatismo come bilanciamento. In sintesi spero di portare valore aggiunto tecnico, orientamento ai risultati e capacità sistemica. Lavoreremo insieme sul profilo dell’Health Coach, guardandolo da diversi punti di vista, rendendolo efficiente nell’affrontare le diverse complessità”.

Come già espresso, l’Health Coaching è una pratica assolutamente importante non solo per la singola persona ma anche per le organizzazioni in ambito sanitario ed i gruppi aziendali quindi le chiedo: quali grandi miglioramenti possono essere raggiunti con l’intervento di Health Coaching all’interno di organizzazioni sanitarie ed aziendali?

Quando parlo di complessità infatti mi riferisco sia alla complessità individuale, sia a quella dello scenario, sia a quella delle organizzazioni sanitarie ed aziendali. Oramai all’interno delle organizzazioni sanitarie/aziendali la parola benessere è sinergica con quella di efficienza.

Promuovere la Salute all’interno di una azienda significa prendersi cura delle persone in modo che possano trovare un loro equilibrio all’interno di una vita personale e professionale consapevole ed appagante. In questo l’Health Coaching ha una marcia in più rispetto al Coaching tradizionale perché promuovendo per mission la Salute, mantiene come cardine questo aspetto all’interno del rapporto di Coaching.

Se la Salute come prodotto finale viene considerata anche per il caregiver, ad esempio, lo spostamento verso gli aspetti più marcatamente aziendali votati alla performance arrivano di conseguenza e senza bypassare lo stile di vita delle persone. Per l’occhio naturale dell’Health Coach la priorità è il benessere della persona all’interno del benessere organizzativo. Se poi aggiungiamo a questo, come in sanità, il lavoro in equipe per produrre salute con il paziente al centro, l’Health Coaching trova la sua specificità e la massima capacità di applicare questo potenziale.

Nel 2021 ho già partecipato in qualità di membro del comitato scientifico AIHC ad alcuni tavoli di lavoro in Sanità e ho riscontrato molto interesse sia da parte dei professionisti, sia da parte dei manager, sia da parte delle società scientifiche. 

In Italia siamo ancora molto indietro nella percezione dell’utilità dell’Health Coaching e AIHC può svolgere un ruolo chiave nell’empowerment del Paziente, nel Benessere Organizzativo aziendale e nell’efficientamento dei percorsi di cura dei caregivers.

L’Health Coaching, oltre a garantire il binomio benessere-performance, può intervenire nei sistemi aziendali mediante nuove metodologie di sviluppo dei percorsi di cura, aiutando tutte le persone coinvolte a collaborare meglio, comunicare in modo più efficace, nel rispetto di valori condivisi. Può aiutare a superare il sistema dei “silos” funzionali, creando una armonia all’interno nel team operativo. Può aiutare i singoli operatori a integrarsi nel percorso produttivo o di cura, aiutandoli a vedere l’intero processo come proprio risultato, restituendo soddisfazione e responsabilità alle singole funzioni ed al team. Grazie a queste capacità, diminuiscono radicalmente i conflitti, le frustrazioni e le perdite di efficienza del sistema.

All’interno del comitato scientifico lavoreremo per generare dei modelli di intervento che possano garantire corrispondenza tra il potenziale di un Health Coach e le esigenze delle aziende che sono impegnate nel mondo della Salute”.

Dopo aver scoperto, grazie ai suoi componenti, la serietà, la validità e l’importanza del Comitato scientifico AIHC non ci rimane altro che ringraziare per il tanto lavoro già effettuato ed augurare di cuore un buon proseguimento di lavoro che continueremo a seguire con ammirazione e gratitudine pronti a darne veloce comunicazione a tutti i Soci e a chi vorrà leggerci.