AIHC: il tempo della cura.

Meeting Lab 2023 AIHC: “Il Linguaggio costruttore di realtà di benessere”

Relatore: Laura Cantarini

Attraverso il linguaggio si può migliorare la comunicazione nelle nostre interazioni sociali e lavorative riuscendo a stare bene con noi stessi e con gli altri.

Sabato 28 Ottobre 2023, presso l’Hotel Montebello Splendid, in Via Garibaldi, 14 a Firenze, si è svolta la seconda edizione del Meeting-Lab dell’Associazione Italiana Health Coaching (AIHC), evento annuale a livello nazionale, con tema: “L’Health coaching per la promozione del benessere personale e professionale”.

L’intervento dal titolo “Il Linguaggio costruttore di realtà di benessere” in programma, è stato tenuto dalla Dott.ssa Laura Cantarini, Coach professionista – ACC- Associate certified Coach con ICF International Coaching Federation.

Ludwig Wittgenstein, filosofo austriaco, così si è espresso: “Il linguaggio è un labirinto di strade. Vieni da una parte e ti sai orientare; giungi allo stesso punto da un’altra parte, e non ti raccapezzi più” ma se il linguaggio è un labirinto in cui a volte ci si perde, come renderlo costruttore di benessere? Per rispondere a questa domanda, intervistiamo la relatrice Laura Cantarini.

La prima domanda che vorrei porle è: cosa s’intende per Linguaggio?

“Il linguaggio è un mondo estremamente variegato, tanto da includere anche il silenzio, nel senso dell’ascolto degli altri, e delle nostre conversazioni interne, nelle quali ci raccontiamo una storia di noi e del mondo che influenza quello che ci consideriamo capaci di fare. Il linguaggio è dato perciò dai diversi tipi di conversazione e da quello che ci prefiggiamo di raggiungere attraverso esse. Secondo il coaching ontologico, il linguaggio è soprattutto azione, attraverso il senso delle parole e le prospettive che adottiamo – ricordiamo che Wittgenstein disse anche “ i limiti del tuo linguaggio sono i limiti del tuo mondo” – generiamo impegni e possibilità di azione per noi stessi. Osservare, per esempio, se attraverso il nostro linguaggio ci poniamo in una posizione di vittimismo rispetto a quello che viviamo o ci consideriamo invece capaci di interagire e rispondere alle difficoltà può essere un primo rapido esempio di cosa si intende per linguaggio come impegno e come azione”.

Prendendo a spunto il titolo di un libro di Marshall B. Rosenberg Le parole sono finestre (oppure muri)’ come si possono scegliere le parole da dire o scrivere per trasmettere in modo preciso ed accurato il messaggio che vogliamo lanciare?

“Il messaggio è preciso e accurato, ma aggiungerei funzionale, quando riflette le nostre prospettive per come realmente le sentiamo e viviamo. Rosenberg infatti sostiene la necessità di scegliere il linguaggio dopo aver “controllato” con se stessi in base a quali sentimenti e bisogni stiamo parlando. Perciò la scelta di parole coerenti con i nostri bisogni fondamentali, quali il bisogno di essere riconosciuti, di sentirsi sicuri, di autenticità, di significato, di realizzazione è già un punto di partenza molto promettente. Un ulteriore spunto consiste nel fare attenzione a quanto quello che dico corrisponda a realtà di fatto o a mie interpretazioni. Le mie opinioni, credenze, seppur legittime, sono comunque il frutto di una selezione, non sempre utile, almeno nella misura in cui lascia in ombra altri elementi di fatto che, se recuperati, possono essere molto utili. Se si ritorna con il pensiero a conversazioni avute nella sfera personale o professionale, ci si renderà conto di quanto sia presente la componente dell’interpretazione, che può essere rivisitata recuperando altri elementi oggettivi che consentono di recuperare prospettive più ampie”.

Come possiamo utilizzare il linguaggio per costruire realtà di benessere?

“Il linguaggio, proprio perché permette di riconnettersi con il proprio sistema di valori e di priorità, aiuta a capire con quali azioni ci identifichiamo, organizziamo meglio i nostri processi decisionali, risistemiamo le priorità, e capiamo come vogliamo muoverci in quel dato spazio, in quella circostanza.

Come spesso succede con le clienti e i clienti, succede poi che alcune di quelle che sembrano decisioni impossibili da prendere – se si accetta di far entrare nel nostro radar, attraverso il linguaggio, anche altri elementi e prospettive – potrebbero diventare decisioni in realtà niente affatto necessarie o che non ci interessano cosi tanto come pensavamo. Il benessere deriva perciò dal darsi una prospettiva più ampia, più possibilità e maggiore consapevolezza rispetto alle iniziative che vogliamo prendere nei mondi professionali, personali, emotivi che abitiamo. Non è poco ”.

Quale tipologia di linguaggio è meglio utilizzare per un Health Coach?

“Questa domanda nello specifico mi offre l’occasione per tornare a parlare delle prospettive. Il linguaggio più funzionale nell’health coaching è quello che non dà per scontato, nell’ascolto come nel parlato, che il significato che le persone danno alle parole nella conversazione sia necessariamente lo stesso e rifletta un sistema di possibilità e priorità condivise. Perciò ascoltare senza dare nulla per scontato, prendersi l’impegno di chiarire il significato delle parole con i nostri interlocutori significa rispettare il loro mondo anche quando condizionato, magari anche da questioni di salute, e rispettarne l’unicità e in generale la possibilità di agire comunque attraverso processi di apprendimento individuali e unici.  ”.

Quali sono i benefici di questo tipo di  linguaggio?

“Quello che mi convince sempre di più di questo approccio sta nella reazione delle persone che vedono semplificati i propri processi decisionali, che davvero decidono comunque di adottare iniziative con un maggiore senso di possibilità e flessibilità. Vedere il loro stupore nel rendersi conto di aver trascurato elementi molto utili, alla portata di mano, che attraverso il linguaggio e le prospettive limitanti avevano escluso o scartato, è molto motivante. La possibilità poi di fare pratica nella vita di tutti i giorni, osservando il nostro linguaggio e quello degli altri, rende questo approccio particolarmente accessibile e sostenibile”.

Per approfondire gli argomenti trattati da Laura Cantarini è possibile leggere anche l’articolo pubblicato sul nostro sito in occasione del webinar tenuto a giugno u.s. dal titolo: “Le aree di intervento del coaching ontologico trasformazionale, il linguaggio, le emozioni, il corpo”. Questo il link all’articolo

Ringraziamo sentitamente Laura Cantarini per il tempo, l’attenzione che ci ha dedicato e per la chiarezza con cui ha risposto alle nostre domande.

Nicoletta Viali – Ufficio Stampa AIHC

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